martedì 26 giugno 2012

Consumi, arriva la débâcle di aprile. Male abbigliamento e calzature.

Consumi sempre più a picco. Lo documenta l’Istat che ad aprile rileva una flessione delle vendite al dettaglio dell’1,6% su base mensile e del 6,8% a distanza di un anno.
Una débâcle (purtroppo attesa) che è il riflesso di una situazione fortemente deteriorata sia in termini di potere d’acquisto delle famiglie che di aspettative. Affondano alimentari e non food, grande distribuzione e piccole superfici.

domenica 24 giugno 2012

In difficoltà l’export di scarpe brasiliane

Bilancio negativo per l’export di scarpe brasiliane nei primi 5 mesi del 2012. In base ai dati elaborati da Abicalcados, l’associazione industriale di categoria, le vendite all’estero hanno sperimento a volume una contrazione del 3% su base annua, scendendo a 47,7 milioni di paia. Ancora più pesante il riscontro in termini di fatturato, crollato di quasi il 20%,  a poco meno di 444 milioni di Us$ .

martedì 19 giugno 2012

Euro, i niet di Berlino non servono a nulla. Ci vogliono più inventiva e meno paure.

Il conto alla rovescia prosegue. Adesso siamo a dieci giorni, meno di due settimane, per tentare l’ultimo salvataggio dell’euro. Parola del Presidente del Consiglio italiano Mario Monti.
Un countdown che si scontra quotidianamente contro i niet di Berlino, che nulla intende concedere. L’orgoglio teutonico, che cela malamente l’egoismo e l’avidità, due ingredienti micidiali che su scala globale hanno innescato, attraverso i gangli della finanza, la crisi di questi ultimi anni, la peggiore (è bene ricordarlo) dopo quella del ’29, non vuole la mutualizzazione del debito nell’Eurozona, neanche parziale, nemmeno in versione light.

giovedì 14 giugno 2012

Macchine per calzaturifici, export in frenata nel primo trimestre 2012

Dietro front, nel 2012, per l’export di macchine utensili made in Italy destinati all’industria calzaturiera. Il bilancio dei primi tre mesi ha decretato un riduzione del 3,3% su base annua, con il fatturato sceso a 20,7 milioni di euro, dai 21,4 milioni del gennaio-marzo 2011.

Export di macchine utensili per il settore calzaturiero (dati in euro)



I trim. 2011 I trim. 2012 Var. %
Mondo 21.391.919 20.680.841 -3,3%
Extra Ue 14.254.510 14.293.213 0,3%
Ue-27 7.137.409 6.387.628 -10,5%
India  2.095.597 2.791.017 33,2%
Cina  365.188 1.591.723 335,9%
Tunisia  539.321 1.401.035 159,8%
Turchia  1.692.881 1.115.599 -34,1%
Spagna  689.130 943.831 37,0%
Germania  989.626 892.997 -9,8%
Romania  1.847.437 853.214 -53,8%
Francia  672.548 809.795 20,4%
Portogallo  867.200 789.149 -9,0%
Messico  604.275 584.200 -3,3%
Indonesia  415.199 524.241 26,3%
Albania  349.851 493.638 41,1%
Stati Uniti  320.304 469.548 46,6%
Svizzera  75.852 465.503 513,7%
Polonia  264.126 451.201 70,8%
Brasile  1.003.233 414.942 -58,6%
Vietnam  132.714 349.331 163,2%
Regno Unito  198.360 318.822 60,7%
Paesi Bassi  163.280 298.919 83,1%
Russia  236.133 298.908 26,6%
Algeria  128.000 292.485 128,5%
Marocco  58.606 277.496 373,5%
Hong Kong  1.767.356 270.380 -84,7%
Bangladesh  525.788 266.065 -49,4%
Ceca, Repubblica  556.256 264.046 -52,5%
Argentina  222.799 229.719 3,1%
Bulgaria  260.521 228.845 -12,2%
Arabia Saudita  - 214.154 -




Fonte: Trend Calzaturiero su dati Istat

martedì 12 giugno 2012

Export di calzature italiane (paia)



I trim. 2011 I trim. 2012 Var. %
Mondo 74.525.635 67.930.357 -8,8%
Ue-27 56.442.780 48.868.640 -13,4%
Extra Ue 18.082.855 19.061.717 5,4%
Francia  14.304.688 12.397.064 -13,3%
Germania  12.750.871 10.914.786 -14,4%
Regno Unito  4.724.655 4.275.732 -9,5%
Spagna  4.539.661 4.128.224 -9,1%
Stati Uniti  3.322.799 3.576.142 7,6%
Svizzera  3.335.718 3.290.493 -1,4%
Paesi Bassi  3.615.173 2.871.488 -20,6%
Belgio  3.213.693 2.848.731 -11,4%
Russia  2.187.266 2.350.917 7,5%
Austria  2.217.043 1.739.766 -21,5%
Grecia  2.084.517 1.713.389 -17,8%
Giappone  1.018.455 1.109.640 9,0%
Romania  1.012.134 908.078 -10,3%




Fonte: Trend Calzaturiero su dati Istat

Export di calzature italiane (euro)



I trim. 2011 I trim. 2012 Var. %
Mondo 2.092.234.506 2.205.695.168 5,4%
Ue-27 1.311.502.823 1.275.094.466 -2,8%
Extra Ue 780.731.683 930.600.702 19,2%
Francia 339.700.617 353.466.901 4,1%
Germania 284.000.095 269.363.783 -5,2%
Stati Uniti 152.086.309 176.521.283 16,1%
Russia 147.869.515 172.205.847 16,5%
Svizzera 138.295.666 162.497.391 17,5%
Regno Unito 116.091.538 119.462.763 2,9%
Spagna 108.066.619 100.609.409 -6,9%
Belgio 97.699.107 96.230.257 -1,5%
Paesi Bassi 85.549.805 79.303.841 -7,3%
Hong Kong 44.066.999 62.402.565 41,6%
Giappone 53.006.351 61.348.883 15,7%
Austria 57.101.328 53.163.147 -6,9%
Grecia 44.941.600 29.922.254 -33,4%
Polonia 32.145.501 28.440.918 -11,5%
Ucraina 24.078.099 28.264.983 17,4%
Emirati Arabi Uniti 19.570.859 22.803.283 16,5%
Canada 19.048.453 20.092.149 5,5%
Turchia 16.581.631 18.403.280 11,0%
Danimarca 16.603.582 15.299.982 -7,9%




Fonte: Trend Calzaturiero su dati Istat

Crisi Europa frena export calzature italiane: -9% nel primo trimestre 2012

La crisi europea emerge, in tutta la sua evidenza, anche dai numeri sull’export di calzature italiane. Nel primo trimestre 2012, certifica l’Istat, le spedizioni di scarpe made in Italy verso i partner Ue sono piombate sotto i 49 milioni di paia, facendo segnare una contrazione del 13,4% su base annua. Male anche il fatturato a 1,27 miliardi di euro, in calo del 2,8% rispetto al gennaio-marzo 2011.
Nel complesso, con poco meno di 68 milioni di paia, le esportazioni di calzature italiane si sono ridotte dell’8,8%, generando comunque un giro d’affari (2,2 miliardi di euro) più robusto del 5,4% rispetto a un anno fa.

lunedì 11 giugno 2012

Gli "Europei" della Bce senza i guanti del portiere

Siamo sempre appesi a un conto alla rovescia. Giorni fa il ministro delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos, aveva parlato di settimane decisive per le sorti dell’Eurozona. Adesso è la volta di Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale, che quantifica in meno di tre mesi il tempo ancora utile per salvare la moneta comune.
E intanto la speculazione internazionale, vale a dire un ristretto gruppo di merchant bank che tiene sotto scacco i mercati spostando, anche più volte al giorno, ingenti masse finanziare, agisce quasi divertita, scagliando in porta una gragnola di colpi micidiali.

Ue, import scarpe supera 2,5 miliardi di paia nel 2011

L’Eurostat, l’Ufficio statistico di Bruxelles, di cui siamo in grado di fornirvi un’anticipazione dei dati, cifra nel 2011 le importazioni Ue di scarpe in poco più di 2 miliardi e mezzo di paia, corrispondenti a una crescita su base annua dell’1,2%. Un andamento, dunque, quasi piatto per le importazioni, a fronte di un export decisamente più vivace, cresciuto anno su anno del 13,9% a 193,8 milioni di paia.

Calzature, interscambio Paesi Ue con il resto del Mondo



2010 2011 Var. %
Paia



Import 2.512.962.192 2.544.267.615 1,2%
Export 170.167.192 193.855.238 13,9%
Saldo -2.342.795.000 -2.350.412.377 0,3%
di cui Cina



Import 1.881.962.841 1.944.433.711 3,3%
Export 2.346.663 3.522.622 50,1%
Saldo -1.879.616.178 -1.940.911.089 3,3%
Euro



Import 13.772.101.368 13.978.977.652 1,5%
Export 4.907.623.799 5.963.856.084 21,5%
Saldo -8.864.477.569 -8.015.121.568 -9,6%
di cui Cina



Import 7.141.689.869 7.357.652.449 3,0%
Export 107.798.719 185.956.200 72,5%
Saldo -7.033.891.150 -7.171.696.249 2,0%





Fonte: Trend Calzaturiero su dati Eurostat


venerdì 8 giugno 2012

Prezzi pelli, +2,8% a maggio secondo indice Camera commercio di Milano. Ma in Usa è pausa di riflessione.

L’indice prezzi delle pelli grezze salate nazionali, elaborato dalla Camera di commercio di Milano, conferma a maggio (si veda articolo su stime Prometeia) il trend positivo in atto da febbraio 2012. Con un 2,8% di aumento su base mensile, tuttavia, l’indicatore ha evidenziato un’ulteriore attenuazione della dinamica rialzista (ad aprile l’aumento era stato del 3,3% e a marzo del 7,7%). Passa invece in territorio positivo il divario su base annua, con i l livello attuale dei prezzi che risulta più elevato dello 0,5% a quello del maggio 2011.

giovedì 7 giugno 2012

Pelli grezze, maggio scalda i listini sui mercati internazionali (+5,1%)

Maggio riporta in tensione i prezzi delle pelli grezze sui mercati internazionali. Dai dati elaborati da Prometeia emerge un aumento, rispetto ad aprile, del  5,1%. Un andamento in controtendenza con il resto delle commodity utilizzate dalle imprese del comparto moda che hanno invece beneficiato di una consistente riduzione dei costi di approvvigionamento di cotone (-9,3%) e lana (-6,7%) e di una sostanziale tenuta dei prezzi delle fibre sintetiche.

mercoledì 6 giugno 2012

Frena l’industria nazionale. Ma resta al top, nella classifica mondiale, il calzaturiero made in Italy

Spiega il Centro studi di Confindustria: “il potente maglio della crisi, con colpi micidiali, continua a modificare la mappa planetaria dell’industria manifatturiera”. Il baricentro della produzione mondiale si sposta sempre più velocemente verso i Paesi emergenti. Tra il 2007 e il 2011 Cina, India e Indonesia hanno conquistato 8,7 punti percentuali di quota (dal 18% al 26,7%). La Cina è in testa, davanti agli Usa; l’India è balzata in settima posizione superando Italia, Francia e Regno Unito; il Brasile, sesto, ha guadagnato quattro posizioni; la Russia si è portata al decimo posto.

martedì 5 giugno 2012

Troppo caro il luxury in Cina: pesano dazi, imposte e tasse. Ma è in atto un cambio di strategia

La Cina punta allo sviluppo di un mercato retail dei beni di lusso. Anche se a tutt’oggi, spiega un recente articolo del China Daily, gli alti dazi e le imposte che gravano sul luxury, da abbigliamento a calzature, da valigeria a orologi a elettronica a liquori, rappresentano ancora un freno agli acquisti nel territorio del Dragone.
Basti pensare che in media, stando alle statistiche del ministero del Commercio di Pechino, in terraferma cinese il prezzo retail di un prodotto della categoria lusso supera del 45% quello di Hong Kong,  del 51% il listino Usa e del 72% quello francese.

domenica 3 giugno 2012

Fuga dal credito al consumo: -12% nei primi 4 mesi del 2012

C’è un dato che desta un certo interesse. Ma non sorpresa. Il credito al consumo vive una “dieta” forzata. Il suo ventre si sgonfia, privato degli ingredienti ipercalorici che l’avevano nutrito e reso obeso in questi ultimi anni. Quel consumismo compulsivo che, in micidiale accoppiata con l’inflazione da euro, aveva indotto molti italiani a indebitarsi, per acquistare prodotti desiderabili, ma sempre più inarrivabili: un Suv a doppio scarico, un tablet ultimo grido, un viaggio all’estero stile Vip.