mercoledì 19 settembre 2012

Crisi frena export di scarpe, ma fatturato continua a crescere

L’export arranca, ma il fatturato oltre confine continua a macinare progressi per il calzaturiero italiano. I dati, riferiti al primo semestre 2012, quantificano il giro d’affari legato all’export poco al di sotto dei 3,8 miliardi di euro, corrispondenti a un aumento del 4,9% rispetto alla prima metà del 2011. Il dato fisico restituisce però una battuta d’arresto, con le vendite all’estero (in tutto 113 milioni di paia) scese dell’8,9% su base annua.
Le cose non vanno affatto bene in Europa. Francia e Germania, i due sbocchi prioritari, fanno segnare rispettivamente riduzioni a volume nell’ordine del 12,6 e del 16,5 per cento.
Brusco stop anche sul mercato britannico dove le calzature made in Italy arretrano di oltre l’8%. Da segnalare ancora il buon dinamismo in Usa, dove l’export fisico è cresciuto del 3,1% secondo i dati Istat. Pesante dietro front invece in Spagna, Paesi Bassi e Belgio. Cresce del 4,9% l’export diretto in Russia e di un più robusto 10,8% quello in Giappone. La migliore performance la riserva però la Cina dove in un anno le esportazioni di scarpe italiane sono lievitate del 50%.
Nei fatturati al meno 4% nella Ue si contrappone il dato positivo nel resto del Mondo (+18,1%). L’Italia, in questo primo semestre, riduce i ricavi in Germania, Paesi Bassi, Spagna e Austria. Al contrario avanza a ritmi a doppia cifra in Usa, Svizzera e Russia. Spinge il fatturato anche in Cina (+75%) e sulla rotta di Hong Kong, con ottime performance inoltre sia in Giappone che negli Emirati Arabi Uniti.


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