lunedì 6 agosto 2012

Calzature, Veneto a export ridotto (soffrono soprattutto Treviso e Verona). A picco la Puglia.

Sono due i poli regionali che mostrano segni di sofferenza nel settore calzaturiero. Il Veneto, seppure in misura minore, e la Puglia, che sembra invece accusare in modo più evidente la crisi. Guardando i dati del primo trimestre 2012 emerge, nella regione leader italiana per l’export di calzature, una flessione delle vendite all’estero del 2,6% rispetto ai primi tre mesi del 2011. Con il fatturato delle aziende venete sceso a 630 milioni di euro (erano 647 milioni nel gennaio-marzo 2011).
L’esito negativo è ascrivibile principalmente ai comprensori di Treviso (-5,8%) e Verona (-10,3%). Cresce del 14% la provincia di Venezia, mentre il Padovano  accusa una contrazione delle vendite all’estero di oltre 3 punti percentuali.
Le calzature di Toscana, Marche e Lombardia, al contrario, archiviano una performance positiva, con incrementi del 6, dell’8 e di oltre il 10 per cento rispettivamente. Bene anche i distretti emiliano-romagnoli, campani e piemontesi, mentre la Puglia chiude il trimestre con un meno 12,5%, un risultato in netta controtendenza con la crescita delle esportazioni di oltre il 4% rilevata su scala nazionale.
Da segnalare che a tutto aprile il dato sull’export di calzature italiano già mostrava una crescita dimezzata, del 2,3% nel confronto con i primi quattro mesi del 2011.
D’altro canto, nel solo mese di aprile le vendite all’estero hanno subito un taglio di oltre il 7% rispetto all’anno precedente, invertendo bruscamente la dinamica tendenziale positiva di marzo (+4,4%).

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